La conoscete la storia di Re Mida? Ovviamente sì, visto che la metafora invade le nostre vite fin dalle prime lezioni di epica e dintorni.
Ricchezza, brama di ricchezza, capacità di sublimare ogni cosa. Volete una trasposizione moderna del mito greco? Si chiama Kanye West, musicista, rapper, discografico, stilista e, da poco, anche designer architettonico. Quarant’anni passati, di cui una quindicina al vertice delle classifiche radiofoniche e non. Nobilitatore per eccellenza, dotato di quel tocco proprio solo dei prescelti, in grado di esaltare qualsivoglia progetto.
Come quello, iniziato per scherzo nel 2006, che riguardava un paio di scarpe. Nacque così la storia delle YEEZY.
Dove comprarle? Non è semplice reperirle. Consigliamo due negozi online, affidabilissimi: Footshop, che ha una sezione dedicata alle YEEZY shoes.
Il secondo è Antonioli, che si assicura sempre qualche ultima uscita.
Non solo sneakers, visto che tengono d’occhio l’intera collezione YEEZY.
Sneakers Yeezy: la storia parte da Roma
Chi sia il Dionisio di turno che ne ha esaltato le doti non è dato sapersi, forse il talento è una faccenda tanto intima che solo chi è in grado di esplorarlo riesce a renderlo una questione collettiva.
Kanye con questa fissa ci ha convissuto per anni, tanto che nel 2009, accompagnato dal fedelissimo Virgil Abloh – altro re Mida della street luxury –, decide di farsi un bello stage da Fendi. Obbiettivo: respirare i flussi creativi che generano moda e hype. Stipendio da stagista sia chiaro, 500 euro mensili, anche se dall’altra parte dell’oceano le case discografiche macinavano gli introiti dei suoi dischi.
Sorge forse da qui il germe dell’onnipotenza che anima Kanye. L’incontro con chi dello stile ne fa una vocazione prima che un mestiere lo convince delle proprie capacità extra-musicali.
Errato però pensare che la sua esperienza nella moda inizi proprio da quel momento, perché i primi tasselli di una luminosa carriera da designer erano già stati posizionati qualche anno prima.
Nel 2006 addirittura il primo approccio con Adidas, marchio con il quale scriverà la storia delle YEEZY.
Un disegno, una bozza, una rivisitazione delle storiche vintage “Rod Laver”, con l’applicazione del suo Dropout Bear sulla linguetta. Cantiere che resterà aperto senza finalizzarsi, null’altro che un’idea.
Poco dopo quell’orso che campeggia sulle copertine dei dischi di West finisce per comparire su un paio di sneaker di A Bathing Ape (qui trovate le nuove STA).
Bello, ma il rapper non si accontenta.
Da lì il passo alla creazione di una propria scarpa, pensata e disegnata in autonomia, è brevissimo.
Sparring partner d’eccellenza nientemeno che il marchio Nike. Nasce così il mito YEEZY, contrazione del suo nomignolo auto-assegnatosi: Yeezus (Gesù), sempre perché di onnipotenza, o presunta tale, si sta parlando.
Le Nike Air Yeezy, Yeezy 1, Yeezy 2, così come altri prototipi, hanno successo, anche se nulla di paragonabile rispetto a ciò che avverrà poi.
Kayne West x Adidas: L’inizio dell’idillio con YEEZY 750 e 950
Re Mida Kayne capisce presto che la sua visione della moda piace e, soprattutto, gli permette di passare all’incasso con soddisfazione. E’ una questione di royalties sussurrano i maligni, fatto sta che West e Nike chiudono l’idillio commerciale.
Il rapper dichiara di avere una ventina di modelli pronti e poco dopo chiude un accordo con Adidas: da quel momento inizia la storia delle sneakers YEEZY.
Un’epopea annunciata per tutto il 2014 ed esplosa definitivamente nel 2015, quando West e Adidas, in occasione della Fashion Week e dell’All Star Game, lanciano la Yeezy Season 1, una linea di scarpe e abbigliamento che raccoglie come sostenitori personaggi del calibro di Rhianna, Beyoncè, Diddy e ovviamente Kim Kardashian, seguitissima moglie del rapper.
Tra i primi modelli di Yeezy della prima stagione del 2015 possiamo annoverare le Yeezy Boost 750 e le Yeezy Boost 950.
Due prototipi dalla nomenclatura simile ma ben distanti nelle intenzioni.
Le Yeezy Boost 750 ricalcano l’idea di una sneakers alta, classica per ergonomia ma sicuramente estroversa e stilosa nei particolari. Tomaia scamosciata, fascia a strappo di chiusura, cerniera laterale.
Accorgimenti che proiettano il mondo delle sneakers in una nuova dimensione, meno atletica e più militare.
Tocco marziale che nelle Yeezy Boost 950 Duckboot viene ulteriormente potenziato, trattandosi di un modello più vicino ad uno stivaletto per impegnative e fangose gite fuori porta.
Le YEEZY 350 e 350 V2, il trionfo della sneakers-mania
Partenza corposa quindi per la collaborazione tra Kanye e Adidas, cooperazione che nel tempo ha visto il taglio della scarpa abbassarsi e contestualmente avvicinare un design sempre più bombato, strizzando sempre più l’occhio alle chunky sneakers.
Solo che le lezioni di stile apprese da West rendono le sue scarpe più eleganti della concorrenza, pur mantenendone l’impronta street e sportiva.
Esempio lampante le successive produzioni chiamate Yeezy Boost 350 e 350 V2, senza dubbio le più iconiche e vendute dalla crasi artistica di Kanye e Adidas.
Le Yeezy Boost prevedono una tomaia in tessuto Primeknit, leggera alla vista e nell’utilizzo, il tutto supportato da una tomaia BOOST.
Questo permette di incrociare il design pensato dall’artista alle ricerche innovative del colosso tedesco. Innumerevoli le colorazioni: “Turtle Dove”, “Pirate Black”, “Moonrock” e “Oxford Tan”. Sul mercato, come preventivabile, sono oramai pezzi da collezione ma ancora ricercatissime.
Sono passati quattro anni dal loro lancio sul mercato, e questo dice tutto.
Di forma ancor più delicata invece la versione Yeezy Boost 350 V2, vera e propria regina del mercato. Suola leggermente rialzata rispetto alle 350, design testurizzato e ben 12 colori disponibili: Green, Red, Copper, Oreo, Breds, Zebra, Triple White, Yebra, Beluga 2.0, Blue Tint, Butter, Salt.
Ad aumentare esponenzialmente la forza commerciale della scarpa si trova un piccolo accorgimento, trasformato volutamente in mistero dall’entourage di West: la sigla SPLY, affiancata al numero 350 e accuratamente piazzata sull’esterno del modello.
Cosa voglia significare nessuno lo sa, ma il gran parlare per trovarne una spiegazione non fa altro che ingigantire l’hype delle 350 V2. Qualcuno dice “Supply 350”, altri “Saint Pablo loves you”; ai posteri l’ardua sentenza.
YEEZY 500 e 700: Il ritorno delle chunky sneakers
Dopo il successo delle 350 e delle 350 V2, quando tutti si aspettavano un ulteriore affinamento del prototipo, o perlomeno una sua variante stucchevole, la combo West/Adidas ha stupito tutti immettendo sul mercato le Yeezy Boost 700. Ribaltamento convenzionale convincente che ha stregato gli aficionados.
Una virata decisa verso lo stile chunky, bombato, con suola altissima e design e tomaia più vicini ad una sneakers classica. Come ogni elemento di rottura la prima impressione del pubblico è stata puro spaesamento.
Decisiva una comparsa di Chance The Rapper al Saturday Night Live con le Yeezy Boost 700 ai piedi (le trovate su Antonioli) per rinvigorire le intenzioni di acquisto della platea. Successo planetario, prontamente bissato dal modello simile Yeezy Boost 500, con la modifica della suola, non più boost ma con la tecnologia “Feet your wear”, ventennale tecnica studiata per facilitare i giocatori di basket.
Il futuro YEEZY non è solo sneakers
Oggi il rapper, tra musica e progetti architettonici (sta pensando ad un marchio YEEZY non sneakers per case low cost), sta lavorando sotto traccia per scombussolare ancora il mercato delle sneakers.
Nel mondo del web e degli appassionati circola ormai da qualche mese una bozzetta dell’artista, una Yeezy probabilmente chiamata 451 con suola non più Boost ma FOAM, una tomaia in Primeknit e qualche venatura blu.
Per capire di cosa si tratta dovremo aspettare fine anno, nel frattempo speriamo che Kanye non faccia come Re Mida, che un bel giorno decise che trasformare tutto in oro era solo una gran seccatura.